venerdì 9 agosto 2013

"Appleseed" di Masamune Shirow


Nel mio primo post su questo blog avevo accennato quali fossero le mie opere preferite con uno schema abbastanza idiota fatto in cinque minuti, solo ora però, mi accorgo di quanto quello schema sia pieno di imperfezioni, un po' perché non distinguo tra fumetti e prodotti d'animazione e un po' perché non sono ancora capace a capire tutto ciò che leggo o vedo, almeno la prima volta. Testimone di questa mia negligenza è un fatto accaduto di recente tra le pareti della mia camera cui vede come protagonista me e le pagine di un manga abbastanza sconosciuto, sebbene sia stato creato da uno degli autori più rinomati da almeno vent'anni a questa parte. Rileggendo tale Appleseed a distanza di un paio d'anni da quando lo comprai (ah a proposito, l'edizione italiana D/Books è favolosa, con quasi 10 euro a volume vi portate a casa degli albi in un formato 176x250 con pagine a colori, sovraccoperta metallizzata e un miniposter all'interno) mi sono infatti reso conto di quanto, la prima volta, l'avessi letto male, nel senso che non avevo la minima idea di come approcciarmi a questo titolo.


Per chi di voi non lo conoscesse, Appleseed è un manga di Masamune Shirow (autore di Ghost in the Shell, Orion ecc.) pubblicato per Seishinsha nel lontano 1985; la trama, dipanata in quattro corposi volumi, si svolge in un ipotetico XXII secolo, in seguito ad altri due conflitti mondiali (uno nucleare e successivamente uno convenzionale) il pianeta subisce gravi ferite a causa delle radiazioni  e dell'utilizzo di armi biochimiche (e di un meteorite che annienta gran parte della Cina) ma la popolazione umana, riunitasi in nuove comunità si appresta a ricostruire, grazie anche allo sviluppo tecnologico immenso dovuto al periodo bellico. Una delle sedi principali di questa "ricostruzione" è l'isola di Olympus, il perfetto esempio di una città futuristica: sfarzosa, tecnologica, efficiente, ogni cittadino viene trattato in egual modo e non esiste povertà. È qui che entrano in gioco i nostri due protagonisti, la ventenne Deunan Knute e il compagno cyborg Briareos: ex membri della SWAT americana i due vagano nei territori ancora devastati dal conflitto, sopravvivendo alla bell'e meglio e mangiando sempre quella maledetta Bouillabaisse, almeno fino a quando non incontrano Hitomi, una ragazza venuta a prelevarli per conto della stessa Olympus. I due, ritrovatisi in questo luogo così poco familiare non possono far altro che entrare nella forza di polizia locale, e, grazie al loro istinto e alla loro perspicacia (soprattutto quella dell'Hecatoncheire devo dire) scopriranno che anche in un utopia come quella, non è proprio tutto "rose e fiori".
Avrei potuto stringare di più la trama ma se l'avessi fatto non sarei poi riuscito a farvi capire la complessità di questo fumetto, infatti molte delle informazioni che ho citato non sono contenute nelle vignette ma, come di consuetudine per il maestro Shirow, in apposite note poste a piè di pagina, a conclusione del volume o addirittura in un volume separato chiamato "Appleseed Data Book". So già che molti di voi storceranno il naso per via di questa scelta narrativa, tuttavia il "seme di mela" è molto di più di una semplice accozzaglia di informazioni bensì un quadro dettagliato del pensiero che l'autore ha rispetto al mondo, alla società e all'essere umano. Durante la lettura, se fatta con attenzione, i quesiti, le riflessioni su questi temi sorgeranno spontanei, e soprattutto grazie all'utilizzo di termini ricercati, spesso con più significati come per esempio "olone", l'espressione con cui Shirow si riferisce agli uomini, cui richiama appunto la teoria dei sistemi non lineari; inoltre farcisce le vignette con battute a sfondo scientifico, alle volte comprensibili ma spesso talmente complicate che ci si domanda come facciano i personaggi a scherzarci su, un po' come l'humour nero, il che delinea marcatamente il carattere dei personaggi dai protagonisti fino alle comparse (ma questo dettaglio si vedrà meglio nel 1995 con Dominion Conflict One) rendendo ognuno potenzialmente memorabile.
Molteplici sono, inoltre, i riferimenti alla mitologia greca, sì potrebbe addirittura sostenere, dopo aver letto il secondo albo, che il racconto stesso sia basato su di essa, e va dal più inutile tecnico delle comunicazioni, Hermes, chiamato in causa in una vignetta al più importante elemento di Olympus, il super-computer Gaia, addetto al controllo di tutta l'isola.
Gaia
 L'autore spazia inoltre anche su concetti filosofici come il determinismo, l'indeterminismo e cerca uno scopo fondamentale della razza umana. Tramite il progetto Elpis spiega infatti, senza molti giri di parole, l'apice della nostra civiltà, l'evoluzione auto-controllata tramite i bioroidi - cloni riprogrammati geneticamente al fine di mantenere la pace ed essere di aiuto agli individui "originali" - diventa quindi una scelta quasi obbligata per mantenere l'equilibrio con il mondo, ma esso rimane comunque un progetto limitato e incerto cui gli stessi protagonisti non vedono di buon occhio. Vorrei dilungarmi di più su questo argomento (come per esempio scrivendo che a discapito di questa descrizione, l'interpretazione può non essere così fredda e macchinosa, siamo umani dopotutto!) ma vi priverei del piacere della scoperta, quindi - a costo di rompere la continuità di questo monologo - ora tratterò della parte più "pratica" di questo fumetto, ossia tutto ciò che riguarda la parte grafica, disegno, vignette e via dicendo.
Masanori Ota (il suo vero nome, Masamune è uno pseudonimo ispirato ad un famoso armaiolo giapponese) ha un tratto davvero particolare, se infatti confrontiamo qualche sua opera possiamo subito adocchiare la sua cura maniacale per ogni elemento meccanico, i cui particolari ricordano in qualche modo le rotondità di Metal Slug (anche se sarebbe meglio affermare il contrario), e facente parte di equipaggiamento militare, e sfondi cui possono accostarsi a quelli dell'acclamato Akira. Subito dopo vengono i personaggi, che vanno distinti tra "tutti" e "protagonista", poiché se dalla prima parte troviamo una diversificazione impressionante anche a livello fisionomico, che contribuisce a renderli riconoscibili all'istante, le protagoniste di tutti i manga di Shirow sono somaticamente uguali, come altri disegnatori (per esempio Boichi) sembra che abbia una sorta di preferenza per uno stile classico anni '80, con occhi grandi, ciglia lunghe e capelli corti e voluminosi, tratto in comune è anche il loro carattere da maschiaccio che le fa avere una predominanza su tutta l'opera. Per quanto riguarda le vignette hanno un'andatura abbastanza classica, ben curata e con delle ottime inquadrature, a parte in rari casi, in cui, data la presenza di numerosi elementi, non si riesce bene a capire la situazione, nonostante ciò posso assicurarvi che avrete molto tempo a disposizione per capire tali inquadrature. Inoltre va precisato che lo stile organizzativo delle tavole si rifà molto alla cinematografia, favorendo in tal modo (e lo si nota particolarmente nel volume quattro) le scene d'azione, molto dinamiche e variegate, che danno il loro meglio nei combattimenti corpo a corpo dove spiccano le coreografie di Deunan o la forza bruta di Briareos.
In conclusione Appleseed si presenta come un prodotto poliedrico, infatti eccellendo sia in sceneggiatura, in qualità grafiche, sia nella profondità dei temi trattati, può essere godibile su diversi livelli di lettura, considerando inoltre che Shirow passa da passi filosofici a episodi totalmente incentrati sulla fantapolitica. Nonostante ciò il mio consiglio è di armarvi di pazienza (e di un vocabolario) e usufruire di questo manga senza mettere a riposo il cervello. Concentratevi e gustate ogni singola vignetta, assaporatene i dettagli e ragionate sui pensieri espressi, solo in questo modo potrete davvero apprezzare questo capolavoro, perché checché se ne dica, Appleseed è il primo passo verso ciò che sarà Ghost in the Shell, senza però essergliene inferiore.

PS. Quella che voleva essere un'analisi alla fine è diventata una sorta di recensione, il mio subconscio ha voluto così evidentemente perchè, come ho scritto all'inizio, quest'opera è sconosciuta e quindi descriverne i passaggi sarebbe stato probabilmente uno spoiler a chi avesse voluto leggerlo.